Dopo due mesi confinati tra le mura di casa, come vivremo il periodo che piano piano ci riporterà alla “normalità”?
Un fattore importante da prendere in considerazione è la condizione in cui è stata vissuta la quarantena. Molte persone hanno potuto godersi una situazione confortevole. Hanno potuto godersi il tempo a disposizione, arrivando a vivere in una sorta di “bolla”, che le faceva sentire protette dal mondo esterno e dal virus.
Oggi queste persone potrebbero sviluppare quella che viene definita “sindrome della capanna”. Oggi queste persone non vogliono tornare in ufficio, non sanno come relazionarsi con gli altri nelle nuove modalità, etc. Perché il mondo che le aspetta fuori dalle mura domestiche è un mondo che non conoscono. Quindi si sentono più al sicuro nella propria casa.
Diversa è la situazione di chi ha vissuto la quarantena per esempio in un piccolo appartamento, condividendo magari con altre persone una situazione instabile o pericolosa. Queste persone vivono la fase 2 come un momento di felicità, di liberazione.
In generale, chi è stato in grado di crearsi nuove abitudini durante la quarantena, ed è riuscito quindi ad adattarsi facilmente alla nuova situazione, sarà in grado anche di adattarsi alla nuova condizione di fine quarantena.
“Non è la specie più forte o intelligente a sopravvivere. Ma quella che si adatta meglio al cambiamento”.
Charles Darwin
Un ruolo fondamentale è giocato dall’emozione della paura. Maggiore paura si prova e si è provata, minore sarà la capacità di adattamento. Soprattutto se la paura è scaturita in una sorta di fobia / terrore.
Possibile che ci siano esitazioni a ripartire? Possibile che non si voglia tornare ad uscire di casa dopo aver così tanto sognato la libertà?
Le esitazioni sono provocate dalla paura e dal fatto che le emozioni regolano e modulano i comportamenti.
Usciamo da mesi vissuti in una situazione mai accaduta prima nelle nostre vite. Chiusi nelle nostre case e distanti dalle persone a noi care. Siamo esposti ad una comunicazione basata sui concetti di pericolo e di rischio. Abbiamo avuto sotto gli occhi immagini di bare, di personale sanitario bardato con tute ed altre coperture, di città deserte. Abbiamo visto il Papa che pregava da solo in una piazza San Pietro spettrale. Sono immagini che dimenticheremo con difficoltà. E sarà difficile soprattutto per le persone che sono state colpite direttamente da questa tragedia.
Faremo fatica a tornare alla “normalità”. Ma l’essere umano può essere molto resiliente. Questa situazione potrà essere un punto di partenza per una ricostruzione, se faremo riferimento alla forza collettiva.
5 consigli per riuscire a vivere al meglio la “Fase 2”.
- Pensa positivo! Questa è solo una fase transitoria. I pensieri positivi aiutano ad aumentare il tuo tono dell’umore.
- Stai vicino agli altri, standogli lontano! Aiuta gli altri come puoi. Anche un semplice regalo, come un libro, può allietare la giornata di un’altra persona. Oppure aiuta con la spesa chi è in difficoltà. Ti sentirai utile!
- Rispetta i tuoi tempi. Un passo alla volta. Non c’è fretta. Ognuno ha i propri tempi.
- Pratica attività fisica.
“Mens sana in corpore sano”.
Giovenale, Satire, X, 356
- Dedicati del tempo per rilassarti e meditare. Utilizza le tecniche di rilassamento. Se non le conosci contatta un esperto che ti potrà aiutare. Ti saranno utili per poter sentire e gestire le tue emozioni.